I RACCONTI MITOLOGICI





Conoscere i miti, racconti sospesi nel tempo 
e nello spazio,è scoprire
L’origine stessa del racconto fantastico 
che ha profonde radici nel
 Nostro inconscio e in quello collettivo,
in grado di proiettare e rivelare
      Le nostre primordiali paure.
      I grandi eroi e le loro gesta,altro
non sono che gli archetipi dei racconti
      Immaginari che vedono protagonisti 
I SUPEReroi dei nostri giorni che tanto
 Piacciono ai bambini di oggi.






IL RE MIDA    
   

In Frigia ,antica regione dell’Asia Minore, c’era il palazzo
del re Mida,sovrano molto ricco,ma non molto furbo.
Un giorno gli apparve Bacco,dio del vino, cui Mida
aveva reso un grosso favore e gli dissi:”caro Mida 
cosa posso fare per ringraziarti? Io posso realizzare 
qualunque desiderio”.
“dato che vuoi essere generoso, ti prego fai che ogni 
cosa da me toccata diventi d’oro.”
“Va bene sarai accontentato.”Re  Mida, rimasto solo,
si precipitò subito in giardino per collaudare il dono. 
Toccò una palma e subito l’albero divenne d’oro 
massiccio; 
sarò ricco gridava il re correndo e toccando tutto 
ciò che incontrava. 
Venne l’ora di cena e affamato si accinse 
a mangiare ma……il pollo divenne un pezzo d’oro 
durissimo da toccare e il vino….un blocco del  prezioso 
metallo. Mida,allora di rese conto di quanto fosse stata 
sciocca la sua richiesta e cominciò a piangere e a invocare
il dio Bacco che generosamente lo liberò 
dall’incantesimo.
Ma qualcun’altro s’incaricò di punire il re di Frigia 
fu Apollo, dio della musica
e della poesia. 
Midaera anche molto
  presuntuoso e dava giudizi e 
si vantava di essere un vero esperto di musica,
quindi Apollo decise di vendicarsi e….
fece spuntare al re delle grandissime orecchie d’asino 
a testimoniare la poca umiltà e regalità di Mida.






TESEO E IL FILO D?ARIANNA
  
Teseo ,figlio del re di Atene,era un principe molto 
coraggioso; sentito che per il Minotauro faceva 
ancora molte vittime innocenti, decise di uccidere 
il terribile mostro che viveva nel labirinto.
Giunse quindi a Creta e fu  ospitato nel  palazzo del re.
Arianna ,la bellissima figlia di Minosse,vedendo Teseo 
così giovane e fiero, subito se ne innamorò.
“Ho straniero,so che tu sei valoroso,ma anche se 
riuscirai ad uccidere il Minotauro,ti sarà impossibile
uscire dal labirinto,  io posso aiutarti. 
Domattina prima che tu sia condotto nel labirinto,
ti darò un gomitolo di filo ed un pugnale dalla lama 
avvelenata”.
“Un gomitolo”chiese Teseo “e che ne farò.” 
“Lascerai che si svolga all’interno del labirinto 
e seguendo il filo ritroverai l’uscita” replicò la fanciulla. 
Così avvenne:Teseo entrò nel labirinto, affrontò 
il Minotauro colpendolo con il pugnale avvelenato,
quindi, seguendo il filo di Arianna riuscì a ritrovare 
l’uscita e a ritornare salvo in patria.



ATALANTA E LE MELE D’ORO

Figlia del re d’Arcadia,la bella Atalanta è diversa 
dalle altre fanciulle:non appena può lascia la reggia 
e si inoltra nella foresta,si arma di arco e frecce 
e va a caccia. Nulla la spaventa colpisce i falchi 
al volo ed  eguaglia in velocità i cerbiatti e le lepri.
Il padre però vuole che lei si sposi con uno dei tanti 
giovani nobili che chiedono la sua mano ma 
Atalanta risponde sempre di no alla fine cede 
alle pressioni affettuose del padre e dice: 
“sposerò solo colui che riuscirà a vincermi nella corsa.”
La voce si sparge velocemente in tutta la Grecia,
molti giovani principi cominciano a giungere
in Arcadia per sfidare e sposare la bella principessa. 
Passa il tempo ma nessuno riesce a superare Atalanta
nella corsa. Anche Melanione un giovane principe 
molto innamorato di lei decide di tentare la sorte 
fidando 
nell’aiuto della dea Venere che gli regala 
delle mele d’oro e così lo consiglia: quando Atalanta 
starà per raggiungerti getta a terra una mela e vedrai………

Inizia la gara ,parte per primo,Melanione…
ecco la principessa lo sta’per raggiungere….
ed ecco Melanione gettare a terra qualcosa 
di scintillante,
una bellissima mela d’oro.
,Atalanta si arresta,raccoglie la mela l’ammira
e se la mette nella cintura. Riprende a correre
e ancora una volta sta’ per vincere quando
ecco un altro pomo cadere a terra; e ancora 
una volta Atalanta si ferma a raccoglierlo.
Questo si ripete ,e si ripete nuovamente; 
quando,presa l’ultima mela d’oro la fanciulla 
riprende l’inseguimento,è troppo tardi:
Melanione sta’
tagliando il traguardo superandola per pochi passi.
Atalanta comprende d’esser stata giocata,
ma Melanione le sorride con tanta dolcezza 
che anche la fanciulla gli sorride e gli tende la mano.



IL CAVALLO DI TROIA
 
Dopo 10 anni di guerra i Greci non erano riusciti 
a prendere la città di Troia,che restava intatta
nelle sue mura.
Allora Ulisse,che era il più astuto dei guerrieri greci,
ebbe l’idea di costruire un grandissimo cavallo 
di legno,
vuoto all’interno per poterci sistemare
alcuni guerrieri armati.
Infatti così fecero lasciarono il grosso cavallo 
sulla spiaggia proprio fuori delle mura troiane
e fecero finta di ritirarsi.
I Troiani felici,credendo le la guerra fosse 
finalmente finita,aprirono le porte della città 
e portarono 
dentro il cavallo di legno. Ci furono grandi 
festeggiamenti fino a notte inoltrata poi stanchi
ed ebbri si addormentarono.
I guerrieri Greci,allora,uscirono dal nascondiglio,
aprirono le porte agli altri compagni e tutti insieme 
vinsero la battaglia e conquistarono la città di Troia.



DEDALO ed ICARO

Dedalo,nato ad Atene fu il primo architetto
ed il primo scultore del mondo.
Dedalo era così famoso che Minosse,potente 
re di Creta,lo chiamò nella sua isola 
per affidargli un lavoro molto importante:
costruire un palazzo-prigione ove rinchiudere 
suo figlio Minotauro,un uomo con la testa di toro.
Dedalo si recò dunque a Creta portando
con sé il giovane figlio Icaro.
Finito di costruire il labirinto,
Dedalo chiese al re di poter far ritorno 
in patria ma Minosse,per paura che l’architetto 
rivelasse il suo segreto,lo fece rinchiudere 
proprio dentro al labirinto insieme al figlio Icaro. 
Ma poiché  la loro prigione non aveva soffitto,
Dedalo osservando il volo degli uccelli,
ebbe l’idea di costruire delle ali per poter fuggire.
Costruì il telaio di due paia di ali,poi le ricoprì 
con le piume che gli uccelli,volando,avevano 
perso e le saldò con la cera delle candele. 
Quando le ali furono pronte le applicò prima 
ulle spalle del figlio,poi su di sé raccomandando 
di non volare troppo vicino al sole.
Ma il ragazzo preso dalla gioia del volo,dimenticò 
i consigli del padre,si avvicinò troppo al sole,la cera 
che univa le piume con il calore si sciolse ed 
Icaro cadde in mare.